News
Archivio newsRiforma della Giustizia: lo stato di attuazione secondo Assonime
Pubblicato il documento “Note e Studi” n. 4/2024 dal titolo “Lo stato di attuazione delle Riforme sulla Giustizia” con cui Assonime formula alcune osservazioni che potrebbero contribuire a consolidare e rafforzare i risultati conseguiti con la riforma della giustizia, favorendo la piena realizzazione degli obiettivi PNRR e il miglioramento dell’efficienza del sistema giustizia. I dati relativi al 2023 evidenziano un miglioramento, seppur contenuto, sull’andamento complessivo del sistema giudiziario e sulla realizzazione degli obiettivi PNRR. Secondo Assonime molto è ancora da fare: una giustizia efficiente incentiva l’innovazione, favorisce gli investimenti e l’attrattività del doing business, migliora la qualità del credito e ne riduce il costo, rinnova la fiducia dei cittadini nel funzionamento dello Stato democratico.
Assonime ha pubblicato il documento “Note e Studi” n. 4/2024 dal titolo “Lo stato di attuazione delle Riforme sulla Giustizia” con cui formula alcune osservazioni che potrebbero contribuire a consolidare e rafforzare i risultati conseguiti con la riforma della giustizia, favorendo la piena realizzazione degli obiettivi PNRR e il miglioramento dell’efficienza del sistema giustizia. Una giustizia efficiente incentiva l’innovazione, favorisce gli investimenti e l’attrattività del doing business, migliora la qualità del credito e ne riduce il costo, rinnova la fiducia dei cittadini nel funzionamento dello Stato democratico. I dati relativi al 2023 evidenziano un miglioramento, seppur contenuto, sull’andamento complessivo del sistema giudiziario e sulla realizzazione degli obiettivi PNRR, ma, secondo Assonime molto è ancora da fare. In via preliminare Assonime osserva come le fonti da cui sono estratti i dati presentino parametri tra loro molto diversi, sotto il profilo temporale (anno giudiziario/anno solare), dei contenuti (contenzioso, procedure esecutive e concorsuali, ecc.) e della scansione temporale (trimestrale, semestrale, annuale). Tale disomogeneità rende molto complessa ogni misurazione e valutazione sullo stato di salute della giustizia. Manca, inoltre, un monitoraggio sistematico dei dati per singoli uffici giudiziari, fondamentale per capire l’andamento delle performance e le criticità riscontrate a livello territoriale. Soltanto confrontando l’andamento dei processi con l’effettivo numero di risorse umane impiegate e i modelli organizzativi adottati è possibile comprendere le difficoltà in cui in corrono i diversi uffici e i rimedi da mettere in campo per favorire un sistema giudiziario omogeneo ed efficiente su tutto il territorio nazionale. Secondo Assonime dunque, prima di ogni eventuale e ulteriore riforma occorrerebbe, riorganizzare il sistema di raccolta dati e costruire modelli di analisi, anche attraverso innovativi strumenti digitali, che possano consentire di realizzare un solido monitoraggio sul quale poter fondare proposte calibrate in base alle reali criticità del sistema, favorendo un’allocazione ottimale delle risorse PNRR. Con riguardo ai dati oggi disponibili, la durata media dei processi si è ridotta rispetto alla baseline PNRR del 19,2% nel settore civile e del 29% nel settore penale, sebbene rimanga ancora molto elevata nel confronto con la media europea. Criticità rilevanti si riscontrano ancora, inoltre, nel processo esecutivo e concorsuale, dove i tempi per lo svolgimento delle prime operazioni di vendita rimangono superiori a 3 anni. L’arretrato è in costante e progressiva diminuzione (-19,7% nei Tribunali e -33,7% nelle Corti d’Appello), ma l’obiettivo della riduzione del 90% entro giugno 2026, già nel 2023 risultava impossibile da realizzare. Tale aspetto ha costituito oggetto di revisione del piano e occorrerà attendere i prossimi dati per nuove valutazioni. È, inoltre da considerare come la riduzione dell’arretrato e della durata dei processi sia in parte determinata anche dalla diminuzione della domanda di giustizia, segno di un non incoraggiante calo della produttività. Rimane, inoltre, evidente l’anomalia della nostra Corte di Cassazione con un arretrato imponente (71.805 procedimenti ultrannuali nel 3° trimestre 2023) e un numero di ricorsi di gran lunga superiore a quelli delle altre Corti europee (34.793 ricorsi civili e 50.350 penali presentati nel 2023). Sotto il profilo normativo, le riforme originariamente previste dal PNRR sono per la maggior parte compiutamente realizzate e in vigore o comunque in corso di attuazione. Le esperienze passate, tuttavia, mostrano come gli interventi sul processo non possano considerarsi a regime e produrre risultati significativi prima di 5 anni. Ciò che in questa fase, dunque, risulta essenziale ai fini dell’attuazione del PNRR è la completa realizzazione del piano degli investimenti. Al riguardo, l’aspetto più problematico riguarda le risorse umane. A dicembre 2023 risultavano in servizio soltanto 5.897 addetti all’Ufficio per il Processo (UPP) e 3.038 tecnici-amministrativi (su un totale di assunzioni previste per la realizzazione degli obiettivi originari di 19.719 unità). Si tratta di numeri insufficienti e del tutto prevedibili se si considera la tipologia dei contratti e del basso livello di retribuzione offerti, in un quadro di ripresa dei concorsi per altre istituzioni con contratti a tempo indeterminato sicuramente più appetibili. Sul piano della digitalizzazione, gli obiettivi intermedi del PNRR sono stati completamente raggiunti anche se la spesa prodotta finora sui 133 milioni di euro di fondi PNRR è davvero esigua (6 milioni) e sembra denotare ancora non pochi ritardi sugli obiettivi finali. È stato portato a integrale compimento il processo civile telematico in tutte le fasi e i gradi di giudizio, anche se esso si basa su programmi diversi nella giustizia civile, in quella amministrativa e tributaria, con regole e sistemi non omogenei che generano confusione. Il processo penale telematico risulta avviato soltanto per la fase delle indagini preliminari. Sono, peraltro, ancora frequenti le doglianze per i continui arresti della rete che dovrebbe supportare entrambi i processi telematici. È, invece, pienamente operativa la banca dati delle decisioni civili e sono stati digitalizzati più di 3,5 milioni di fascicoli relativi all’ultimo ventennio. È stata completata, infine, la procedura di aggiudicazione del contratto per la realizzazione del Data Lake.Oltre alle perduranti disfunzioni del processo telematico, ciò che desta maggiore preoccupazione in tema di digitalizzazione è il fatto che il Ministero della Giustizia persegua obiettivi del tutto autonomi rispetto al progetto “cloud first”, finanziato dallo stesso PNRR, che coinvolge altre amministrazioni centrali. Il processo di migrazione al cloud anche da parte del Ministero costituirebbe un passo importante per un’effettiva modernizzazione della giustizia consentendo un riordino complessivo degli applicativi e migliori garanzie di messa in sicurezza dei dati. In merito all’edilizia giudiziaria sono stati avviati tutti i progetti di riqualificazione ed efficientamento energetico previsti dal PNRR. Anche in questo caso, tuttavia, la spesa realizzata è molto limitata (appena 30 milioni di euro sui 412 previsti). Si tratterà di verificare nei prossimi mesi l’effettivo stato di avanzamento lavori. Le proposte di Assonime Assonime dopo aver analizzato gli aspetti salienti della Riforma attuata presenta alcune proposte per il miglioramento dell’efficienza della Giustizia. Le proposte riguardano in particolare: a) la copertura dei posti vacanti e riallocazione delle risorse: secondo Assonime occorrono ancora investimenti importanti nel capitale umano, è necessario coprire i posti vacanti e allocare in modo efficiente le risorse. Gli organici, inoltre, dovrebbero essere calcolati in modo da tenere conto dei carichi pendenti e della domanda di giustizia. La revisione andrebbe effettuata guadando ai flussi in entrata e all’andamento dell’arretrato presso ciascun ufficio, sostenendo quelli che evidenziano maggiori necessità; b) la specializzazione dei giudici e la qualità della formazione: un aspetto importante nell’ottica del rafforzamento della qualità e della stabilità delle decisioni, non adeguatamente considerato nel piano degli investimenti e delle riforme è quello relativo alla specializzazione dei giudici e alla formazione; c) l’integrazione del numero degli addetti all’UPP: lo strumento più utile per aumentare la produttività dei giudici in funzione della riduzione dei tempi delle procedure e dello smaltimento dell’arretrato è costituito dall’Ufficio del processo. Un adeguato supporto al magistrato può consentire di aumentare il numero di provvedimenti, senza pregiudicare la qualità delle valutazioni. Affinché l’UPP possa effettivamente dispiegare a pieno i suoi effetti è essenziale un significativo aumento delle risorse umane ad esso dedicate e la previsione di incentivi volti alla stabilizzazione dei rapporti in essere; d) il rafforzamento degli investimenti nella digitalizzazione e la realizzazione del passaggio al cloud: per un effettivo ammodernamento del sistema giudiziario è fondamentale impiegare le risorse messe a disposizione dal PNRR per rafforzare la rete e le infrastrutture tecnologiche su cui poggia il processo telematico; nonché investire in strumenti tecnologici innovativi per la raccolta e l’analisi dei dati e garantire il passaggio al cloud per il trattamento dei dati sensibili e strategici, analogamente a quanto previsto per le altre amministrazioni centrali. Secondo Assonime occorre agire anche proponendo ulteriori riforme. Occorre cioè; a) rafforzare la funzione nomofilattica della Corte di Cassazione; b) intervenire sul sistema delle esecuzioni individuali e delle liquidazioni giudiziali; c) riformare il diritto penale concorsuale; d) intervenire sulle criticità della disciplina della responsabilità amministrativa degli enti e rafforzare il ruolo della giurisprudenza; e) rafforzare ulteriormente il ricorso alle misure alternative di soluzione delle controversie. Copyright © - Riproduzione riservata