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Archivio newsRiciclo delle Materie prime strategiche: gli obiettivi europei e le prospettive attuali nello studio di Assonime
Pubblicata Note e Studi n. 7/2024 dal titolo “Riciclo delle Materie prime strategiche: gli obiettivi europei e le prospettive attuali” in cui Assonime focalizza l’attenzione sull’obiettivo del riciclo di materie prime strategiche, fissato nel CRMA al 25% del consumo annuo di tali materie, da avvicinarsi, o raggiungersi, entro il 2030. Nel Note e Studi, dopo aver illustrato i principali obiettivi del CRMA sul riciclo delle materie prime critiche e la situazione attuale nell’UE, viene fatto un confronto con analoghe misure adottate dagli Stati Uniti e dalla Cina. Successivamente, viene approfondita la questione della raccolta dei RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. I RAEE contengono quantità rilevanti di materie prime critiche e il loro riciclo costituisce un elemento fondamentale per il raggiungimento del target europeo e per diminuire la dipendenza strategica da Paesi terzi.
Assonime ha pubblicato la Note e Studi n. 7/2024 dal titolo “Riciclo delle Materie prime strategiche: gli obiettivi europei e le prospettive attuali” in cui focalizza l’attenzione appunto sull’obiettivo del riciclo di materie prime strategiche, fissato nel CRMA al 25% del consumo annuo di tali materie, da avvicinarsi, o raggiungersi, entro il 2030. Negli ultimi anni la domanda di materie prime critiche e strategiche è aumentata in tutti i Paesi industrializzati. Negli Stati membri dell’Unione europea (UE), per raggiungere gli obiettivi legati alla doppia transizione verde e digitale, tale domanda è destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni. Questa circostanza, assieme alla vulnerabilità delle catene del valore legata alla dipendenza dalle forniture di Paesi terzi e ai rischi che le tensioni geopolitiche in atto possano indebolire l’accesso a consolidate catene di fornitura extra UE, hanno spinto l’Unione europea ad adottare il Regolamento (UE) n. 2024/12521, che istituisce un quadro teso a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, noto come Critical Raw Materials Act (CRMA), entrato in vigore il 23 maggio 2024. Esso fissa traguardi molto ambiziosi da raggiungere entro il 2030 rispetto a molteplici obiettivi: dalla generalizzata riduzione della dipendenza estera, agli stimoli all’estrazione mineraria entro i confini dell’UE, fino al riciclo delle materie prime critiche; obiettivi che, per essere raggiunti, richiederanno una serie di impegnative azioni da attivare contemporaneamente su vari fronti. Nel Note e Studi, dopo aver illustrato i principali obiettivi del CRMA sul riciclo delle materie prime critiche e la situazione attuale nell’UE, viene fatto un confronto con analoghe misure adottate dagli Stati Uniti e dalla Cina. Successivamente, viene approfondita la questione della raccolta dei RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. I RAEE contengono quantità rilevanti di materie prime critiche e il loro riciclo costituisce un elemento fondamentale per il raggiungimento del target europeo e per diminuire la dipendenza strategica da Paesi terzi. Ad oggi, sono ancora poche le imprese che sviluppano tecnologie in grado di estrarre le materie prime strategiche dai RAEE3, anche perché vi è un problema di economicità: i volumi raccolti non garantiscono i ritorni adeguati agli investimenti necessari. Gli obiettivi europei del Critical Raw Materials Act sono ambiziosi: entro il 2030 almeno il 10% del consumo annuo di materie prime strategiche dovrà provenire da estrazioni interne all’UE, almeno il 40% da trasformazione e raffinazione da lavorazioni interne e almeno il 25% da riciclo di materie prime strategiche; inoltre, entro gli stessi termini, le importazioni di materie prime strategiche provenienti da un singolo Paese terzo non dovranno superare il 65%. Secondo Assonime, per centrare l’obiettivo del riciclo, è necessario lavorare sull’intera catena del valore, dalla raccolta dei rifiuti ad alto contenuto di materie prime strategiche (come i RAEE) al loro corretto e completo riciclo. I dati a disposizione parlano di una ancora modesta capacità di riciclo delle materie prime strategiche e critiche attraverso la raccolta dei RAEE. Non si raccoglie ancora a sufficienza e le capacità di riciclo di questi materiali preziosi sono troppo sofisticate e costose per la filiera industriale che si limita sostanzialmente a riciclare materiali come ferro, plastica e poco altro. Per quanto riguarda la raccolta, si dovrebbe attuare una semplificazione, per i consumatori individuali, della raccolta dei piccoli e piccolissimi elettrodomestici, prevedendo punti di raccolta presso luoghi ad alta frequentazione. Allo stesso tempo, occorre disincentivare la raccolta da parte di quei soggetti che non possiedono la certificazione per riciclare e diminuire le esportazioni di RAEE verso Paesi terzi. L’insieme di queste misure aumenterebbe i volumi raccolti e renderebbe l’implementazione del processo di riciclo economicamente più conveniente. Per quanto riguarda il riciclo, a livello europeo il CRMA interviene riducendo a 15 mesi i tempi necessari per ottenere i permessi per nuovi progetti legati al riciclo e dando la possibilità alle imprese di beneficiare della consulenza di un sottogruppo del Comitato europeo per le materie prime critiche per identificare le modalità che permettano di completare il finanziamento dei progetti strategici, nel rispetto delle regole in materia di aiuti di Stato e concorrenza. A livello di Stati membri, circa un anno fa si è tenuto il primo incontro di coordinamento tra Italia, Francia e Germania per un confronto sulle prospettive e sulle soluzioni per raggiungere la sicurezza dell’approvvigionamento delle materie prime critiche. L’intenzione dei Ministeri coinvolti è di avviare un tavolo di lavoro per identificare misure comuni per migliorare la collaborazione per l’approvvigionamento delle materie prime critiche, lungo l’intera filiera, dall’estrazione alla trasformazione e al riciclo. In Italia è attesa l’attuazione di un Fondo con una dotazione di 1 miliardo proveniente da risorse statali e con la previsione di almeno un ulteriore miliardo da reperire tra i soggetti privati ed altri fondi. Questo Fondo potrà investire nel capitale di società per azioni per creare una filiera delle materie prime critiche collegata alla transizione energetica. Ad oggi, per l’attuazione manca una revisione della legge per il made in Italy che specifichi che saranno due SGR, Invimit e Fondo italiano d’investimento, a gestire il nuovo Fondo. Tale revisione potrebbe essere implementata nel decreto-legge sul piano di approvvigionamento delle materie prime critiche in preparazione presso il Mimit e il Mase. L’attivazione tempestiva del Fondo è necessaria per avviare nel nostro Paese gli investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi del CRMA. Assonime ritiene che sia necessario considerare che la strategia italiana non potrebbe ritenersi esaustiva poiché necessariamente richiederà tempi lunghi sia per la riattivazione dei siti minerari, sia per la individuazione ed implementazione delle tecnologie necessarie alla ripresa dell’attività mineraria nel nostro Paese. Occorre, piuttosto, investire sullo sviluppo della lavorazione interna e del riciclo a partire da un rafforzamento dello strumento di raccolta dei RAEE, sviluppando progetti di sostegno a una migliore capacità di raffinazione di materia prime strategiche da questa tipologia di rifiuti. Nell’ambito della strategia italiana, Assonime ritiene che: - andrebbero anche potenziati gli accordi e le relazioni commerciali con Paesi extra UE per l’importazione di alcune materie prime critiche per noi particolarmente utili; - andrebbero adeguatamente valorizzati e sostenuti i progetti di ricerca nazionali volti a elaborare materiali avanzati, destinati a sostituire le materie prime strategiche nei settori della microelettronica e delle altre tecnologie previste dalla normativa sull’industria a zero emissioni nette (NZIA). Lo sviluppo di tali progetti di ricerca ad elevato contenuto scientifico e tecnologico può costituire un fattore di competitività per l’industria italiana ed europea, per rendere più sostenibile e resiliente la produzione in settori strategici, quali, ad esempio, energie rinnovabili, batterie, edifici a emissioni zero, semiconduttori, medicinali e dispositivi medici, satelliti, vettori spaziali, aerei o altre applicazioni a duplice uso, nonché materiali di difesa, riducendo l’impiego e la dipendenza dalle materie prime critiche e strategiche, in linea con gli obiettivi del CRMA. Copyright © - Riproduzione riservata