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Pensioni: regole, procedure e requisiti per l’accesso nel 2025. Tutte le novità

Con la legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024), il nuovo anno si caratterizza per una serie di novità con rilevanti effetti sia in materia di previdenza obbligatoria sia in ambito di previdenza complementare. Più precisamente, alcune di queste novità sono introdotte dalla legge di Bilancio 2025, mentre altre sono costituite da adeguamenti periodici dettati dalla disciplina pensionistica generale. Cosa prevedono in dettaglio le regole, le procedure e i requisiti previdenziali aggiornati per quest’anno?

Il 2025 si caratterizza per una serie di novità che hanno effetti sia in materia di previdenza obbligatoria che di previdenza complementare. Alcune di queste novità sono recate dalla legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024), mentre altre si pongono nell’alveo degli adeguamenti periodici dettati dalla normativa pensionistica. Quali sono le principali?

Flessibilità in uscita dal lavoro

Si estende l'applicazione delle forme di pensionamento anticipato Opzione donna e Quota 103, stabilendo che possano usufruirne anche coloro che maturano i requisiti previsti, rispettivamente, entro il 31 dicembre 2024 e nel corso del 2025 e dell'APE sociale fino al 31 dicembre 2025.

Incentivo al posticipo del pensionamento

Una significativa novità è rappresentata dal restyling dell’incentivo al posticipo del pensionamento. Fino allo scorso anno valeva solo per coloro che raggiungevano i requisiti per accedere al canale del pensionamento flessibile Quota 103 e si concretizzava nell’accredito della quota contributiva a carico del lavoratore (9,19%), che era, però, soggetta ad imposizione fiscale progressiva.

Con la legge di Bilancio 2025, si amplia la portata della misura, includendo, oltre ai soggetti che hanno maturato i requisiti di 62 anni di età e 41 di contributi al 31/12/2025, anche quelli che hanno maturato i requisiti contributivi di 42 anni e 10 mesi previsti per gli uomini e 41 anni e 10 mesi fissati per le donne entro il 31 dicembre 2025.

Si prevede, inoltre, l’esclusione dall’imponibile fiscale della somma corrispondente alla quota di contribuzione a beneficio del lavoratore.

Dipendenti pubblici

La legge di Bilancio 2025 prevede per i lavoratori dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni che il limite massimo di età per la prosecuzione del servizio corrisponda al requisito generale anagrafico per la pensione di vecchiaia. Viene quindi meno l'obbligo di collocamento a riposo per i dipendenti pubblici che, al compimento dell'attuale limite ordinamentale dei 65 anni di età (o successivamente), possano fruire della liquidazione del trattamento pensionistico anticipato. Conseguentemente, viene prevista la possibilità per le Pubbliche Amministrazioni (anche di diritto pubblico, ad eccezione dei magistrati, degli avvocati e procuratori dello Stato e del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco) di concordare con il dipendente il trattenimento in servizio oltre i 67 anni di età, ma non oltre i 70 anni, nel limite del 10% delle facoltà assunzionali autorizzate.

Pensione contributiva e previdenza complementare

Per quanto riguarda i requisiti per l'accesso al pensionamento di vecchiaia o anticipato, dal 1° gennaio 2025, per i soggetti con riferimento ai quali il primo accredito contributivo decorre successivamente al 1° gennaio 1996, si prevede la possibilità, al fine del raggiungimento dell'importo soglia mensile dell'assegno sociale stabilito per l'accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata con il sistema contributivo integrale, di computare anche il valore teorico di una o più prestazioni di rendita di forme pensionistiche di previdenza complementare richieste dall'assicurato.

Per i lavoratori che esercitano tale facoltà ai fini del conseguimento del pensionamento anticipato, il requisito contributivo attualmente di 20 anni di contribuzione effettiva è incrementato di 5 anni a decorrere dal 1° gennaio 2025 e di ulteriori 5 anni a decorrere dal 1° gennaio 2030 e la pensione anticipata non è cumulabile, a far data dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per l'accesso alla pensione di vecchiaia, con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui.

Inoltre, per l'accesso al pensionamento anticipato, a decorrere dal 1° gennaio 2030, si modifica il valore minimo del trattamento pensionistico maturato posto come condizione per il riconoscimento del trattamento di pensionamento anticipato, che deve essere pari a 3,2 volte (non più 3 volte) l'importo dell'assegno sociale.

Pensione contributiva delle lavoratrici madri

Sulla base di quanto disposto dalla legge di Bilancio 2025, si modificano i requisiti di pensionamento nel sistema contributivo per le donne lavoratrici madri. Rientrano in tale ambito i soggetti privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e quelli che abbiano optato per il suddetto sistema.

La novella eleva da 12 a 16 mesi il limite massimo della riduzione, ferma restando la misura della riduzione per ciascun figlio, pari a 4 mesi; l’effetto della novella concerne, dunque, le lavoratrici con 4 o più figli. Si ricorda che il beneficio in esame prescinde dall’assenza dal lavoro per i periodi in oggetto. La novella non modifica, inoltre, la misura del beneficio alternativo alla suddetta riduzione, in base al quale la lavoratrice madre può optare per la determinazione del trattamento pensionistico con l’applicazione di un coefficiente moltiplicatore, relativo all'età di accesso al trattamento pensionistico, maggiorato di un anno in caso di uno o due figli e maggiorato di 2 anni in caso di tre o più figli.

Maggiorazione contributiva

Per i soggetti iscritti alle forme pensionistiche obbligatorie di base gestite dall'INPS e privi di anzianità contributiva pensionistica al 1° gennaio 2025, la legge di Bilancio 2025 riconosce la facoltà di versamento di una maggiorazione dell'aliquota contributiva pensionistica a loro carico, al fine del corrispondente incremento (da calcolare secondo determinati criteri) del montante contributivo individuale, valido ai fini del calcolo del trattamento pensionistico.

Rivalutazione del montante contributivo e nuovi coefficienti di trasformazione

Sempre con riferimento al calcolo contributivo, nel 2025, la rivalutazione del montante applicata avverrà con il coefficiente del 1,036622, alla luce della rilevazione ISTAT pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro. Nello specifico, il tasso medio annuo composto di variazione del prodotto interno lordo nominale, nei cinque anni precedenti il 2024, è risultato pari a 0,036622 e, pertanto, il coefficiente di rivalutazione è pari a 1,036622.

Tale parametro verrà utilizzato per rivalutare il montante acquisito al 31 dicembre 2023 per i lavoratori iscritti alle gestioni della previdenza pubblica obbligatoria (INPS), la cui decorrenza della pensione sarà compresa tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2025. La rivalutazione non opera, infatti, sui contributi versati nell’anno precedente la decorrenza della pensione (quindi nel 2024) né per quello di pensionamento (2025).

Dal 1° gennaio 2025 operano poi i nuovi coefficienti di trasformazione in rendita, applicabili nel biennio 2025-2026, alla luce dell’aggiornamento biennale operato dal Ministero del Lavoro e dell’Economia sulla base delle stime dell’ISTAT sull’andamento demografico del nostro Paese.

Perequazione

Da quest’anno si torna, così come dettato dalla legge di Bilancio, alla disciplina generale, per cui la perequazione è riconosciuta: nella misura del 100% della variazione dell'indice del costo della vita per la fascia di importo complessivo (sempre lordo) dei trattamenti pensionistici del soggetto fino a 4 volte il trattamento minimo INPS; nella misura del 90% per la fascia di importo complessivo dei trattamenti pensionistici compresa tra 4 e 5 volte il predetto minimo e del 75% per la fascia di importo complessivo dei trattamenti superiore a 5 volte il medesimo minimo.

Come misura eccezionale, la legge di Bilancio 2025, per il nuovo anno, esclude per i soggetti residenti all’estero il riconoscimento dell’incremento, a titolo di perequazione automatica, della misura complessiva dei trattamenti pensionistici individuali, limitatamente ai casi in cui tale misura complessiva sia superiore all’importo del trattamento minimo del regime generale INPS. L’esclusione è operata in via eccezionale (fermo restando l’effetto dell’esclusione, relativa all’anno 2025, anche sui ratei di trattamento corrisposti negli anni successivi al 2025). Viene in ogni caso fatta salva l’attribuzione dell’incremento fino a concorrenza dell’importo minimo, come maggiorato in base al medesimo meccanismo di perequazione automatica.

Pensioni minime

Alla luce della legge di Bilancio 2025, si prevede, per i trattamenti pensionistici, in via aggiuntiva rispetto alla disciplina della perequazione automatica, un incremento transitorio, con riferimento esclusivo alle mensilità relative agli anni 2025 e 2026, per i casi in cui il complesso dei trattamenti pensionistici di un soggetto sia pari o inferiore al trattamento minimo del regime generale INPS. Tale incremento è pari a 2,2 punti percentuali per l'anno 2025 e a 1,3 punti percentuali per l'anno 2026; la seconda percentuale non si somma alla prima; l'incremento per l’anno 2026 si applica, dunque, sulla base di calcolo al netto del primo incremento, fermo restando il previo adeguamento della medesima base in virtù della perequazione automatica (la quale è applicata anch’essa sui valori al netto del precedente incremento transitorio).

La legge di Bilancio, inoltre, limitatamente al 2025, incrementa di 8 euro mensili l'importo delle maggiorazioni sociali previste dalla normativa vigente per i pensionati in condizioni disagiate - ossia i pensionati previdenziali e assistenziali, nonché i ciechi titolari di pensione, di età pari o superiore a 70 anni, e i soggetti di età superiore a 18 invalidi civili totali o sordomuti o ciechi civili assoluti titolari di pensione - che si trovano nelle condizioni reddituali richieste per beneficiare delle maggiorazioni sociali. Conseguentemente, per il 2025, viene aumentato di 104 euro annui il limite reddituale massimo oltre il quale l'incremento in oggetto non è riconosciuto.

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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2025/01/14/pensioni-regole-procedure-requisiti-accesso-2025-novita

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