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Retribuzione incentivante individuale o collettiva: come può orientarsi l’azienda tra benefici e costi

L’utilizzo della retribuzione incentivante permette di valorizzare i dipendenti coinvolgendoli maggiormente nell’andamento dell’azienda, favorendo di conseguenza il raggiungimento di particolari indici di produttività. Una volta definita la volontà di puntare ad una incentivazione retributiva, diventa fondamentale per l’azienda capire se orientarsi verso una incentivazione individuale ovvero verso una incentivazione collettiva. La scelta dei destinatari e gli strumenti a diposizione impattano diversamente per quanto riguarda il cuneo fiscale per il lavoratore e per il costo del lavoro azienda. Come orientarsi per fare la giusta scelta? E’ uno dei temi del 14° Forum One LAVORO, organizzato da Wolters Kluwer in collaborazione con Dottrina Per il Lavoro, che si svolge a Modena il 26 febbraio 2025.

È indubbio che la retribuzione incentivante è da sempre quello strumento per valorizzare i propri collaboratori, in un’ottica di un maggiore coinvolgimento nell’andamento dell’azienda, ad una logica meritocratica e orientando la performance non solo al tempo lavorato ma anche al raggiungimento di particolari indici di produttività, redditività.

La retribuzione incentivante, inoltre, favorisce la responsabilizzazione su risultati comuni a livello aziendale e lo spirito di squadra, permette cambiamenti di organizzazione che altrimenti, in alcuni casi, sarebbero critici e disincentiva situazioni o atteggiamenti potenzialmente dannosi per l’immagine dell’azienda e la sua produttività.

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Quali sono gli strumenti di incentivazione del lavoratore

Una volta definita la volontà di puntare ad una incentivazione retributiva, diventa fondamentale per l’azienda capire se orientarsi verso una incentivazione individuale ovvero verso una incentivazione collettiva.

La scelta dei destinatari e gli strumenti a diposizione impattano diversamente per quanto riguarda il “cuneo fiscale” per il lavoratore e per il costo del lavoro azienda.

Proviamo qui di seguito a sintetizzare

Destinatari

Per quanto riguarda la platea dei lavoratori destinatari, quando si parla di incentivo individuale si parla del singolo lavoratore ovvero una platea di lavoratori individuati dall’azienda.

Quando ci si orienta invece sull’incentivazione collettiva, in genere i destinatari sono la generalità dei lavoratori oppure alcune categorie definite omogenee

La logica della incentivazione individuale si basa sul principio che l’azienda “premia solo chi vuole e come vuole” mentre invece quella collettiva prevede una ripartizione generalizzata delle risorse economiche messe a disposizione.

Fonte istitutiva

L’incentivazione individuale trova la sua fonte istitutiva nell’accordo individuale tra le Parti che può essere sottoscritto all’atto dell’assunzione o anche in un momento successivo.

L’incentivo collettivo invece trova la sua fonte nella contrattazione collettiva, di secondo livello.

Imponibilità contributiva

Sia nel caso di incentivazione individuale che collettiva, gli importi previsti rientrano nel concetto di retribuzione imponibile da un punto di vista previdenziale lato lavoratore.

Infatti, per il calcolo dei contributi dovuti, la retribuzione imponibile che deve essere presa in considerazione è la medesima individuata ai fini fiscali. Sono qualificati come redditi di lavoro dipendente, sia ai fini fiscali che contributivi, quelli derivanti da rapporti che hanno per oggetto la prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione altrui, compreso il lavoro a domicilio quando è considerato lavoro subordinato secondo le norme di legge (art. 49 TUIR; art. 12, c. 1, L. n. 153/1969).

I criteri per la determinazione del reddito da assumere a base dell'imponibile fiscale e previdenziale sono stati armonizzati dal D.Lgs. 314/1997.

Ai fini della determinazione, il reddito di lavoro dipendente ai fini previdenziali è dunque costituito da tutte le somme e i valori in genere a qualunque titolo maturati nel periodo di riferimento in relazione al rapporto di lavoro, anche sotto forma di erogazioni liberali.

Impatto IRPEF

Quanto sopra evidenziato per la parte previdenziale trova applicazione, con alcune eccezioni e particolarità, anche per quanto riguarda l’aspetto fiscale. Cambiano infatti le regole di calcolo IRPEF a seconda che si tratti di incentivazione individuale o collettiva e per quest’ultima a seconda di quella che è la fonte istitutiva.

L’incentivo individuale rientra infatti nel concetto di retribuzione da lavoro dipendente da assoggettare ad IRPEF secondo l’ordinario criterio di progressività dell’imposta. A tal proposito si ricorda che la legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024) ha “stabilizzato” la riduzione delle aliquote fiscali a 3.

L’incentivo collettivo invece qualora trovi la sua fonte da un contratto collettivo di secondo livello di cui all’art. 51 D.Lgs. n. 81/2015 che preveda l’erogazione di una somma di ammontare variabile al raggiungimento di un incremento di produttività, redditività, qualità e innovazione, nonché sulla partecipazione agli utili, potrà beneficiare sulla detassazione ovvero dell’applicazione di una imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali a favore dei lavoratori, ridotta in misura pari al 5% per il triennio 2025 - 2027 dalla legge di Bilancio 2025.

Tale beneficio spetta:

- nel limite massimo di 3.000 euro lordi annui, inteso come imponibile fiscale e cioè al netto del contributo INPS a carico del lavoratore (9,19 o 9,49%).

- a favore dei soli lavoratori dipendenti del settore privato, che non abbiano rinunciato per iscritto all’applicazione dell’agevolazione, e con un reddito da lavoro dipendente percepito nel precedente periodo d’imposta non superiore a 80.000 euro.

Impatto TFR

Un ultimo aspetto riguarda gli impatti dell’incentivazione in merito al TFR.

Sul tema, si ritiene che qualora l’incentivo individuale sia formalizzato (all’atto dell’assunzione o anche in un momento successivo), il valore dello stesso rientri nel concetto di “somme, compreso l'equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale” con il conseguente assoggettamento a retribuzione utile ai fini del calcolo del TFR.

Viceversa, qualora specificato nel contratto collettivo di secondo livello, il premio di risultato potrà essere escluso dalla retribuzione utile ai fini del TFR in quanto la legge riconosce la possibilità di derogare al principio generale da parte della contrattazione collettiva, di qualsiasi livello.

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Incentivare con la sola retribuzione?

È indubbio che la retribuzione sotto forma di denaro è la principale forma di “remunerazione” per i collaboratori al raggiungimento degli obiettivi, individuali o collettivi, concordati.

Ma per il lavoratore la somma percepita “pagherà dazio” del cuneo fiscale (prelievo previdenziale e fiscale posto a suo carico) mentre per il datore di lavoro l’importo sarà gravato degli ulteriori oneri del costo del lavoro.

Nel caso dell’incentivazione collettiva tramite il premio di risultato, si ricorda che il legislatore prevede la possibilità da parte del lavoratore di convertire, in tutto o in parte, il premio in beni e servizi di welfare, azzerando pertanto il cuneo fiscale fermo restando il rispetto del limite di 3.000 euro annui e al verificarsi delle condizioni oggettive e soggettive.

Nel caso invece dell’incentivazione individuale, le parti possono concordare che tutto o parte dell’incentivo venga riconosciuto sotto forma di benefit. A tal proposito si ricorda che la legge di Bilancio 2025 ha confermato per il triennio 2025 - 2027 l’innalzamento del limite di esenzione di beni e servizi ai sensi dell’art. 51 comma 3, del TUIR.

In particolare, viene previsto innalzamento a 1.000 euro per tutti i lavoratori con “upgrade” a 2.000 euro annui ma limitatamente ai soli lavoratori con figli a carico.

Nel limite di esenzione rientreranno il pagamento diretto o il rimborso delle utenze domestiche nonché il pagamento dell’affitto ovvero degli interessi su mutuo ipotecario della prima casa.

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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2025/02/03/retribuzione-incentivante-individuale-collettiva-orientarsi-azienda-benefici-costi

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