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Agroalimentare: i dazi mettono a rischio il fatturato del comparto artigiano

L’introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione Trump sarebbe un duro colpo per il settore agroalimentare italiano, in particolare per i prodotti artigianali, già caratterizzati da costi di produzione più elevati e da una posizione di svantaggio competitivo rispetto ai prodotti industriali. La CNA Agroalimentare sottolinea che la politica protezionista penalizza fortemente il vero Made in Italy, che si fonda sulla qualità e sulla tradizione delle lavorazioni artigianali, mettendo a rischio il fatturato di molte piccole e medie imprese del settore. “Di fronte a questa sfida è fondamentale diversificare i mercati di sbocco, rafforzando la presenza nei paesi europei e potenziando la domanda interna”.

Secondo la Confederazione Nazionale dell'artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA), l’introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione Trump sarebbe un duro colpo per il settore agroalimentare italiano, in particolare per i prodotti artigianali, già caratterizzati da costi di produzione più elevati e da una posizione di svantaggio competitivo rispetto ai prodotti industriali.

La CNA Agroalimentare sottolinea che la politica protezionista penalizza fortemente il vero Made in Italy, che si fonda sulla qualità e sulla tradizione delle lavorazioni artigianali, mettendo a rischio il fatturato di molte piccole e medie imprese del settore. L’export italiano verso gli USA rappresenta un mercato chiave per il settore agroalimentare. Gli Stati Uniti sono tra i principali importatori di prodotti alimentari italiani, con un valore che supera i 5 miliardi di euro l’anno. Tra i prodotti maggiormente colpiti dalle nuove tariffe figurano:

- Pasta e conserve di pomodoro: la pasta italiana ha una solida base di consumatori negli USA, ma il rincaro dei prezzi potrebbe spingerli a scegliere alternative meno costose;

- Vino: l’export di vini italiani negli USA è tra i più redditizi, con marchi di prestigio che potrebbero subiranno un drammatico calo delle vendite a causa della concorrenza di produttori locali o di paesi con dazi inferiori;

- Formaggi DOP e salumi: prodotti simbolo dell’eccellenza italiana come il Parmigiano Reggiano, il Pecorino e il Prosciutto di Parma rischiano un forte rallentamento delle esportazioni;

- Olio extravergine d’oliva: il mercato statunitense assorbe una fetta consistente della produzione domestica, ma l’aumento dei costi rischia di favorire produttori di altri paesi extra UE e prodotti alternativi come gli oli di semi che nulla hanno a che vedere con la qualità dell’extravergine italiano.

Francesca Petrini, presidente di CNA Agroalimentare, ha dichiarato che: “Di fronte a questa sfida è fondamentale diversificare i mercati di sbocco, rafforzando la presenza nei paesi europei e potenziando la domanda interna. Dopo la crisi finanziaria del 2008-2012, le difficoltà generate dalla pandemia, il conflitto russo-ucraino e il perdurare di condizioni critiche per il comparto agroalimentare con l’agricoltura ai minimi storici, chiediamo a gran voce politiche di sostegno mirate e urgenti sia a livello di Unione Europea che di governo nazionale per mitigare gli effetti dei dazi americani. Inoltre, l’educazione dei consumatori a riconoscere il valore dei prodotti artigianali italiani resta una leva importante per mantenere alta la domanda, anche a fronte di costi più elevati”.

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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2025/03/19/agroalimentare-dazi-mettono-rischio-fatturato-comparto-artigiano

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