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Dazi USA: quali sono gli strumenti per risolvere le controversie commerciali

Non si fermano le guerre commerciali. La Commissione Europea ha annunciato che adotterà tariffe ritorsive su 26 miliardi di euro di beni statunitensi a partire dal mese di aprile, ampliando le misure ritorsive in risposta ai dazi degli Stati Uniti su acciaio e alluminio. Ma in uno scenario di continue minacce, ritorsioni e contromisure, è davvero questa la migliore soluzione per contrastare un atteggiamento così commercialmente aggressivo?

Non si fermano le guerre commerciali. Il Presidente Trump, sul social Truth, ha scritto: “L’Unione europea, una delle autorità al mondo più ingiuste e ostili su tasse e dazi, formata con il solo scopo di approfittare degli Stati Uniti d’America, ha appena imposto un odioso dazio del 50% sul whisky. Se questa tariffa non sarà subito rimossa, Gli Stati Uniti imporranno a breve dazi del 200% su tutti i vini, gli champagne e i prodotti alcolici in arrivo dalla Francia e dagli altri Paesi dell’Unione europea. Sarà grandioso per le aziende statunitensi di vino e champagne”.

La Commissione Europea ha annunciato che adotterà tariffe ritorsive su 26 miliardi di euro di beni statunitensi a partire dal mese di aprile, ampliando le misure ritorsive in risposta ai dazi degli Stati Uniti su acciaio e alluminio.

In uno scenario di continue minacce, ritorsioni e contromisure ci si interroga se davvero sia questa la migliore soluzione per contrastare un atteggiamento così “commercialmente” aggressivo.

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Quali sono gli strumenti per appianare le dispute tariffarie

In realtà, il contesto internazionale si è dotato di strumenti di “aggiustamento” delle dispute sulle barriere tariffarie e non tariffarie nell’ambito del WTO.

Presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio, infatti, esiste il Dispute Settlement Body (Organismo per la risoluzione delle dispute) che ha il compito di valutare azioni non coerenti con i trattati internazionali (tutti gli accordi discesi dal GATT) esercitate da paesi membri, con la facoltà di intimare il riallineamento delle misure adottate.

Il Consiglio generale si riunisce come Dispute Settlement Body (DSB) per gestire le controversie tra i membri del WTO. Rientrano in tale competenza tutte le controversie che possono sorgere in relazione a qualsiasi accordo contenuto nell'Atto finale dell'Uruguay Round (1994) soggetto all'Intesa sulle norme e procedure che disciplinano il Dispute Settlement Understanding (DSU). L'intesa sulla risoluzione delle controversie dell'Organizzazione mondiale del commercio stabilisce una serie di regole e procedure e fornisce un forum per la risoluzione delle dispute commerciali tra i paesi membri dell'OMC.

Quanti e quali tipi di risoluzione delle controversie esistono?

La risoluzione delle controversie è il processo di risoluzione in caso di disaccordo tra le parti. In particolare, esistono tre tipi fondamentali di risoluzione delle controversie:

- mediazione;

- arbitrato;

- contenzioso.

La mediazione è il momento in cui una terza parte neutrale aiuta le parti in conflitto a raggiungere una soluzione autonomamente.

Una controversia sorge quando un membro del WTO adotta una politica commerciale o intraprende un'azione che un altro paese membro ritiene abbia violato un accordo del WTO o non abbia rispettato i propri obblighi. Ebbene, le controversie commerciali internazionali sono di competenza del Dispute Settlement Body (DSB) che coinvolge tutti i membri del WTO.

Come ha reagito il Canada

Dopo settimane di botta e risposta sulle tariffe reciproche, il Canada ha deciso di richiedere consultazioni con gli Stati Uniti su "tariffe ingiustificate" presso il WTO, ha affermato mercoledì l'ambasciatore canadese presso l'OMC a Ginevra. L'ambasciatrice Nadia Theodore, in una dichiarazione pubblicata su LinkedIn, ha affermato "La decisione degli Stati Uniti non ci lascia altra scelta se non quella di rispondere per proteggere gli interessi canadesi".

Con il documento WT/DS635/1 G/L/1563, “il Governo del Canada richiede consultazioni con il Governo degli Stati Uniti ai sensi degli Articoli 1 e 4 dell'Intesa sulle norme e procedure che disciplinano la risoluzione delle controversie, congiuntamente all'Articolo XXII:1 dell'Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio del 1994 (GATT 1994), in merito alle misure adottate dagli Stati Uniti che impongono aliquote ad valorem di dazio all'importazione su determinati articoli in acciaio e alluminio a partire dal 12 marzo 2025. Tali aliquote di dazio all'importazione si aggiungono a qualsiasi altro dazio applicabile a tali articoli in acciaio e alluminio importati.”

Tale azione non è solo l’esito della “guerriglia tariffaria” delle ultime settimane, ma, come si evince dalla istanza presentata al WTO il 13 marzo scorso, è il frutto di uno “stillicidio” di diversi provvedimenti adottati dagli USA fin dal 2018 (nel primo mandato Trump), disattendendo lo spirito e le finalità dal NAFTA, l’accordi di libero scambio che aveva costituito una grande (e florido) mercato nordamericano tra Messico, Canada e USA.

Del mutato atteggiamento statunitense dà conto la nota del Canada che ripercorre le diverse azioni che giustificano il ricorso al DSB del WTO.

Si legge, infatti, che l'8 marzo 2018, gli Stati Uniti avevano imposto un'aliquota ad valorem del 10 per cento di dazio all'importazione aggiuntivo su determinati articoli in alluminio e un'aliquota ad valorem del 25 per cento di dazio all'importazione aggiuntivo su determinati articoli in acciaio originari di quasi tutti i paesi. Gli articoli in acciaio e alluminio originari del Canada erano stati esentati dai dazi aggiuntivi.

Il 31 maggio 2018, è scaduta l'esenzione per il Canada, di conseguenza, a partire dal 1° giugno 2018, gli articoli in acciaio e alluminio provenienti dal Canada sono stati rispettivamente soggetti a dazi doganali aggiuntivi ad valorem del 25% e del 10%.

Il 17 maggio 2019, Canada e Stati Uniti avevano rilasciato una dichiarazione congiunta concordando, tra l'altro, che gli Stati Uniti avrebbero "eliminato... [tutte] le tariffe imposte dagli Stati Uniti ai sensi della Sezione 232 sulle importazioni di prodotti in alluminio e acciaio dal Canada".

In effetti, il 19 maggio 2019, gli Stati Uniti avevano nuovamente esentato il Canada dal dazio di importazione aggiuntivo del 10 per cento sugli articoli in alluminio e dal dazio di importazione aggiuntivo del 25 per cento. Il 24 gennaio 2020, gli Stati Uniti hanno poi esteso i loro dazi di importazione aggiuntivi sugli articoli in alluminio e acciaio agli articoli derivati in alluminio e acciaio, esentando il Canada. Il 6 agosto 2020, gli Stati Uniti hanno nuovamente modificato l'esenzione del Canada dai dazi doganali escludendone l’applicabilità alle importazioni di alluminio grezzo non legato.

Il 27 ottobre 2020, tuttavia, gli Stati Uniti hanno deciso di ripristinare l'esenzione del Canada per l'alluminio grezzo non legato, con decorrenza retroattiva al 1° settembre 2020.

Infine, il 10 febbraio 2025, gli Stati Uniti hanno ancora una volta posto fine all'esenzione del Canada dai dazi doganali aggiuntivi per articoli in acciaio e alluminio, con decorrenza dal 12 marzo 2025, aumentando, altresì, il dazio doganale aggiuntivo per gli articoli in alluminio, compresi articoli in alluminio grezzo non legato e articoli derivati in alluminio, da un'aliquota del 10 per cento ad valorem al 25 per cento ad valorem.

Se non fossero dazi, sembrerebbe un balletto, ci si muove in una direzione per poi prendere quella opposta con l’unico risultato di aggravare il livello dello scambio con evidenti riflessi sui mercati interni i cui prezzi risentono inevitabilmente delle fluttuazioni tariffarie.

Qual è l’effetto della mancanza di certezza nelle politiche commerciali

Inoltre, la mancanza di un indirizzo certo delle misure di politica commerciale, destabilizza le imprese che non riescono a programmare investimenti legati a catene di fornitura il cui valore e relativa resa dipenderà dall’origine delle merci e dalla misura commerciale che è in quel momento applicata dalle controparti. Non è questo il commercio internazionale che potrà garantire nei prossimi anni crescita, sviluppo e prosperità.

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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2025/03/19/dazi-usa-strumenti-risolvere-controversie-commerciali

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